mercoledì 3 maggio 2017

DUE PAROLE.....

In attesa della pubblicazione dei prossimi test, vorrei condividere due riflessioni panorama mtb di questi "caldi" giorni.
A scaturirle sono due recentissimi e concomitanti eventi; la prima di WCDH a Lourdes e la casalinga Sea Otter, ovvero, Riva Bike Festival.
In merito al primo dei citati eventi la mia attenzione (come quella della maggior parte di noi) è stata solleticata dalla comparsa del V10 versione  29er.
La bici ha destato sui social una serie impressionante di commenti e polemiche di vario tipo, comprese quelle con risvolti commerciali del tipo: "ah ah ah...saranno contenti quelli che hanno sborsato 8.000 per un V10 27,5!!!!".
Tralasciando ogni riflessione su di essi e partendo dall'osservazione che proprio a Riva un mio ex collega presente per lavoro ha fatto: "Fabio qui è pieno di tedeschi con le 26"", viene da chiedermi se tale morboso attaccamento al diametro della ruota ed alla polemica sia un fenomeno prettamente nostrano.
Non ho alcuna certezza, ma, leggendo forum di altri paesi, mi sembra proprio di si.
Mi spiego: ben pochi su di essi sono stati i commenti del tipo "la morte del dh; una presa per il culo ecc, ecc...", anzi, la maggior parte di essi poneva in evidenza l'innovazione tecnica.
Personalmente credo che la comparsa del V10 29r sia un sapiente mix tra marketing e ricerca tecnologia volta al miglioramento delle prestazioni, ovviamente di grandi atleti professionisti.
Del pari, se avessi un V10 650B, la notizia mi roderebbe di certo un poco nella supposta prospettiva di una futura rivendita del mezzo, ma, la cosa finirebbe lì, anche perché  non credo che un mezzo da dh con le ruote da 29 sia una bicicletta alla portata di tutti o, quantomeno, di cui tutti ne possano sfruttare le potenzialità.
Per intenderci...io con i miei 177 cm non mi ci vedrei!!!!
Quindi, per me, la questione si risolve con un grande plauso a SC che ha perfettamente centrato l'obbiettivo...fare rumore e fare svalvolare  negozianti e distributori.
Concludo sottolineando che di Lourdes si è parlato più di questa questione che non della RIVINCITA DEI POVERI, andata in onda domenica, ovvero il ribaltamento della classifica rispetto alle qualifiche grazie al meteo....MAH....SARA' STATA LA PROVVIDENZA!!!!!

RIVA

Quest'anno ho disertato l'appuntamento, ma, ho avuto i miei fidati referenti (o corrispondenti).
E' stato il festival della e-mtb e di qualche interessante innovazione.
Infatti, ha coinciso con l'anteprima mondiale della nuova Mondraker Crusher Carbon, gioiellino che si presenta come l'alternativa "e" della Dune, alimentata dal nuovo motore Shimano. Spero di provare questa bici al più presto essendo un estimatore di questo nuovo modo di fare mtb.
Ciò premesso, l'innovazione che dal mio punto di vista rappresenta il prossimo boom di mercato è rappresentata dai "nuovi" sistemi antiforatura per tubeless.
Le vecchie e volgari mousse già note agli enduristi (parlo di moto), sono diventate banger o noodle.
Non posso non parlare del concittadino Mr. Wolf che ha inventato un prodotto a suo dire (non l'ho testato) prodigioso ed infallibile che supporta le prestazioni di un campione come Marco Aurelio Fontana (....Mr. Wolf dovrebbe farlo testare a un pezzo d'uomo come Luca Fontana...ah ah ah).
Del pari non posso non citare i Pepi Tires Noodle, in uso al team GB Rifar, anche questi frutto di una lunga ricerca sui materiali e le prestazioni.
Dal mio punto di vista questi sono i prodotti che animeranno il mercato degli accessori; hanno costi accessibili, promettono di risolvere un bel po di problemi, migliorano le prestazioni di chiunque li utilizzi.

Bhe....credo che questo sia tutto.
Ciao e alla prossima.


giovedì 23 marzo 2017

MUSCOLARE VS. E-BIKE: IL TEST DELLA E-CRAFTY R E LA SCOPERTA DI UN NUOVO MODO DI FARE MTB


Come già scritto in molte anteprime su questo test, ritengo che la prova di una e-mtb sia una tappa necessaria che ogni mtb addicted dovrebbe fare.
E' realmente una esperienza unica, in grado di abbattere quei limiti che ogni biker con poco tempo (o poca voglia) di allenarsi possiede.
Premetto, il sottoscritto si ritiene una persona poco allenata; le mie uscite in mtb si riducono (a causa del lavoro) per lo più nel fine settimana e lavorando nel centro di Brescia non mi passa minimamente nel cervello la voglia di prendere la bici per farmi i 10 km di salita della Maddalena.
Partendo da questa premessa, mi sono chiesto quale potesse essere il miglior modo per provare una e-mtb ed allo stesso tempo rendere efficace il test per chi lo leggesse.
Ebbene ho condito questi ingredienti:
- testare la bici confrontandosi con un forte atleta;
- eseguire il test su un terreno variegato (salita, salita tecnica, discesa, discesa tecnica);
- eseguire il test in un breve periodo di tempo, in questo caso il lasso di una pausa pranzo;
- filmare l'uscita in modo che il lettore veda effettivamente lo sforzo dell'atleta che mi precede e la possibilità data dalla pedalata assistita di godersi l'uscita
Quindi, il test è stato eseguito confrontandosi con Gianluca Romano (aka il Giangi) alla guida della Dune da sogno ufficiale del team GB RIFAR MONDRAKER, nelle variegate colline della Franciacorta, più precisamente nei pressi del Monte Orfano, utilizzando l'e-mtb Mondraker Crafty R+ .

LA BICI

Poche parole vanno spese per questo splendido mezzo, anche perché sui vari siti vi hanno già fatto una zuppa che la metà ne basta. 
Vi basti sapere che funziona realmente bene, è una Mondraker in tutto e per tutto con il suo noto sistema sospensivo dalle marcate tipicità race.
La Crafty è alimentata da un motore Bosch sinonimo di garanzia e affidabilità.
E' una bici molto divertente, facile da guidare e leggera.
Avete letto bene...LEGGERA...perché il maggiore peso dato dal motore scompare nella guida.
Unico difetto riscontrato è rappresentato dal fatto che nella discesa tecnica, con pietre affioranti, la bicicletta tende ad impattare con il suolo.

LA PROVA

Il test è stato registrato su Strava (CLICCA QUI), potete quindi verificare da soli la bontà dell'allenamento e gli eccezionali risultati ottenuti.
Ho chiesto al Giangi di eseguire l'uscita come se fosse un suo normale allenamento, proprio per vedere se riuscivo a sostenere il suo ritmo.
Il video parla da solo.
Grazie alla Crafty sono riuscito a non perdere mai il contatto e credetemi (si vede molto bene), con un atleta come Giangi non è cosa facile (pedala sempre!!!!!).
Insieme abbiamo affrontato diverse situazioni tipiche del moderno mtb o, se vi piace di più, dell'enduro.
In ogni caso, non ho mai perso di vista il mio "avversario".
Insomma, la prova è stata entusiasmante...davvero...e spero che tale entusiasmo arrivi anche a voi attraverso le immagini.

CONSIDERAZIONI

Ciò che mi limito a scrivere e vorrei che venisse preso in considerazione, sono le seguenti conclusioni:
- la e-bike rappresenta un nuovo modo di interpretare la mtb e forse è l'unica vera innovazione da un po di anni a questa parte;
- è un utile se non indispensabile strumento per chi non ha tempo di allenarsi come si vorrebbe/dovrebbe. Permette  di non rinunciare ad uscite in risicati limiti di tempo; di non rinunciare ad uscite con amici più allenati; di ampliare le distanze di un uscita; di raggiungere posti magari proibitivi per l'eccessiva pendenza.
- E' un utile strumento per chi è allenato: chi ha una buona gamba, amplierà il suo chilometraggio ed in ogni caso andrà sempre più forte di chi una buona gamba non l'ha.
- E' ottima per allenarsi: ragazzi si tratta pur sempre di una bici, non di un motorino. Se non fai girare le gambe non si muove!!!! Certo, con la e-bike eviti di andare fuori soglia o di arrivare alla fine di una salita impiccato.
Tutti e solo punti positivi? No, ovviamente. A mio parere la e-bike ha due grossi limiti:
1) il prezzo che è elevato, la Crafty in prova si aggira sui € 5000.
2) Soprattutto...credo che il maggiore ostacolo alla diffusione di questo tipo di mtb, sia rappresentato dalla ritrosia di molti di guidare un mezzo cui la pedalata è assistita.
Credo sia un limite mentale e culturale.
Ma io mi chiedo...se si hanno le possibilità economiche, perché privarsi di un mezzo che può abbattere i propri limiti, facendo scoprire nuovi percorsi, facendo provare nuove emozioni,  che migliora il modo di allenarsi?

Non mi resta altro che lasciarvi al videotest.
Spero che gradiate.

venerdì 10 marzo 2017

YETI'S BACK TO DH!!!!!!!

Yeti torna al dh???? Forse, per ora circolano queste due foto. Sono due Yeti SB6C montate con una 40 (non si sa l'escursione) e guidate da Rude e Kelly. Bha....queste foto fanno il paio con quella misteriosa di Minaar sulla Hightower....staremo a vedere.
Mi sembra ritornare agli anni 90 quando su una slayer da 130 avevo montato la Marzocchi Monster T.!!!!!

mercoledì 8 febbraio 2017

SHIMANO AM7 2016: la scarpa ideale per chi NON vuole grip sui flat

Il titolo di questo test svela già l'esito del medesimo.
Tuttavia, limitarmi a dire "non compratele" o "fanno c****e" sarebbe riduttivo e poco serio.
Analizzando il prodotto, le AM7 si presentano come la variante del modello clip AM9. Esteticamente sono molto accattivanti e possiedono parecchie caratteristiche positive; la scarpa è realizzata con una mescola stile "ecopelle" molto semplice e veloce da pulire, i lacci sono protetti da una patella molto utile nelle situazioni di fango/pioggia, la parte interna a contatto con il malleolo è ergonomica a garantire una utile protezione, infine, sono dotate di suola Vibram che sulla carta promette comfort e grip.
Ecco, desidero focalizzare la vostra attenzione proprio su questa parte della scarpa che, essendo dedicata ai flat, dovrebbe rivestire il ruolo più importante.
Ho testato il prodotto con diversi tipi di flat:
- Shimano Saint, che dovrebbero rappresentare la scelta a prova di bomba;
- Burgtech MK3;
- Hope;
- Funn Bigfoot;
- Crank Bro. versione large.
Ebbene, su umido, bagnato, asciutto e asciuttissimo e con tutti i pedali il risultato è il medesimo: GRIP PARI A ZERO (MOLTO MEGLIO LE HAVAIANAS!!!!!!!!).
A mio avviso la suola è troppo dura e presenta un disegno per nulla studiato per i flat.
La sensazione è che il colosso nipponico abbia immesso sul mercato questo prodotto con la filosofia "semplice...togliamo il buco per la clip alla AM9 e la scarpa è pronta!!!!"
Che il rendimento della AM7 sia così scarso è un vero peccato.
Il prodotto è veramente ben fatto, nonostante l'aspetto sfacciatamente made in china (porto il 42 ed ho dovuto comprare il 44) e una protezione farlocca sul puntale.
Insomma, per ora bocciatissime, se in un futuro cambieranno la suola....bhe si vedrà.
Per ora meglio andare sul sicuro (non cito nemmeno la marca, tanto già le avete ai vostri piedi).



mercoledì 1 febbraio 2017

GIOVANE, SOLIDO E CAMPIONE: SIMONE MARTINELLI


Questa volta, la presentazione/intervista non è dedicata ad un team, bensì, ad un giovane e fresco campione nella disciplina enduro: Simone Martinelli .
Invitandovi a leggere l'intervista, vi esorto a tenerlo sott'occhio anche per questa stagione...mi sa che il ragazzo arriverà lontano!!!!!

1) In primo luogo voglio ringraziarti per avermi concesso questa intervista.
Partiamo subito con le presentazioni. Quanti anni hai, cosa fai, dove vivi? Praticamente quelle tre/quattro cose alla base della presentazione di un campione.

Ciao ! Grazie a te !
Alcune persone me ne danno di più ma devo ancora compiere i 18 anni ahahah, ne ho 17, vivo a Pogno, un piccolo paesino ma abbastanza conosciuto nel mondo “Italiano” dei bikers.. Al momento mi dedico a tempo pieno alla mountainbike.

2) Quest'anno è stata per te una grande stagione; vincitore della coppa Italia di enduro, 2 posto nel Superenduro, riconoscimenti sulla stampa specializzata e il tuo nome che inizia a girare nei "piani alti". Ciò premesso, che effetto ti fa tutta questa notorietà? Forse non tutti sanno che la costruzione delle tue vittorie atletiche risale già al 2015, quando eri in forze al team Locca Specialized e ti laureasti campione italiano categoria allievi. Circostanza che mi fa sorgere una domanda nella domanda, ovvero: cosa è successo o cosa è cambiato nello scorso anno?

Si, è stata un bella stagione, sono abbastanza contento. Mi è dispiaciuto molto non aver potuto fare come volevo l’EWS di La Thuile, in quanto ero appena rientrato dal mio infortunio.ed il recupero è stato davvero difficile, fino a quel punto della stagione stavo andando bene, mi ero tolto qualche soddisfazione e stavo imparando molto ad usufruire il 90% della mia bike.
Poi è successo quel che è successo. Avrò perso il 10% delle mie skills sulla bici, che seppur poco, quando stai lottando per le posizioni che incominciano a contare si fa sentire.
E’ una cosa bella quando la gente comincia a parlare di te, ti segue, ti supporta, ti chiede consigli, vuole fare foto insieme, è un’ insieme di cose che ti fanno sentire speciale.
Il 2015 con il Team Locca fu la mia prima stagione full che affrontai, mi ero fissato degli obiettivi e ero riuscii a realizzarli, di questo fui molto contento.
Dal 2015 al 2016 c’è stato un grande cambiamento, a partire dal Team, trasferendomi da Cicobikes, dove ho avuto fin da subito più supporto grazie al quale ho potuto aumentare le performance.
Anche in questo 2017 correrò per il Team Cicobikes. Sono molto gasato per questo 2017!

3) Scendiamo un po nel tecnico. Differenza tra le gare di enduro italiane (compreso Superenduro) e l'EWS? Cosa preferisci?

Mi piace molto il circuito Superenduro, è il circuito con il più alto livello che c’è in Italia ed è un buon modo per confrontarsi. L’ EWS ha sempre il suo fascino, voglio dire, lì non ti metti solo a confronto con i rider della tua nazione, ma con i rider di tutto il mondo, è davvero qualcosa di spettacolare.
Ho fatto poche gare del circuito EWS ma mi è subito piaciuto, sai che non devi dare solo il 100% ma il 101% è davvero figo! Mi spiace non potere fare più gare come vorrei, ma, sono sicuro che un giorno potrò farlo.
Quest’anno se tutto va bene farò due tappe: Irlanda e Finale Ligure.

4) Essendo un blog che tratta anche di test e recensioni sulle biciclette, vorrei che tu mi descrivessi la differenza tra la RMB Altitude in uso lo scorso anno e l'attuale Yeti SB6, due splendide biciclette che sicuramente molti lettori vorrebbero possedere?

Purtroppo non ho ancora avuto occasione di provare la Yeti perché ci sono appena arrivate e dobbiamo ancora montarle. Comunque CICO mi ha detto che la più grande differenza sta nella pedalata, poi il per resto più o meno sono li; una va meglio in alcuni settori e l’altra in altri settori.

5) Quanto è importante il mezzo nella tua disciplina? Ti pongo questa domanda in quanto si fa un gran discutere sulla bicicletta ideale per praticare enduro. Premesso che, a mio parere, la bicicletta pesa forse un 30% sulla prestazione, vorrei che tu fissassi dei punti, delle caratteristiche, che seconde te dovrebbe possedere una bicicletta affinché l'appassionato possa affrontare qualche gara in tutta tranquillità e divertendosi.
Vale ancora la pena comprare un ottima 26" usata, considerato che attualmente girano superbike a prezzi stracciati?

La bike sicuramente fa un piccola e importante parte, influisce dal 20 al 25% sulla prestazione finale, perché in fine senza allenamento non si va avanti, se non si pedala, non si fanno dei lavori e sessioni in palestra una bici è uguale all’altra. E’ il pilota che fa la differenza, puoi avere la bici migliore del mondo ma se non ti alleni tanto vale.
La bici ti deve piacere, è una cosa molto soggettiva.
Se si ha un’opportunità di provarla non lasciatevela scappare, così potete capire se vi troverete bene, se avete un buon feeling con la bici.
Ormai quasi tutte le bici le si possono comprare e correre subito, le vendono che sono quasi pronte per affrontare una gara. Ad Esempio mio papà adesso ha comprato una bici bella in alluminio a poco prezzo e senza farci niente potrebbe usarla per correre.
Ci sono alcune belle bici 27,5 che sono davvero molto belle e costano poco, è meglio spendere 1000 euro ed avere una bici all’avanguardia, che risparmiarli e prenderne una vecchia, a mio parere.

6) Molti top rider basano il loro punto di forza su una tecnica sopraffina in discesa ed al contempo velocità di recupero, freschezza e fiato. Dal momento che ti ritengo uno di quelli, come si raggiunge tale connubio? Secondo me è importante anche la gioia e il divertimento che ti da la parte gravity.

Avere un’ ottima tecnica fa la differenza, riesci a fare con più facilità punti che gli altri trovano più difficili e lì fai la differenza.
Ovviamente per arrivare a tali livelli serve allenamento.
Noi ci alleniamo simulando una gara con tanto di speciale e tempo di trasferimento.
Non puoi permetterti di arrivare ad una gara e non riuscire arrivare in fondo.
La gara in un certo senso deve essere una sorta di allenamento/abitudine, voglio dire, le speciali, devi averle già vissute prima di affrontarle in gara.
Una volta fatto ciò puoi andare forte e divertirti allo stesso tempo, ti puoi godere ogni momento dell’intera gara.
Se vuoi diventare uno di quelli che va forte GO FOR IT.

7) Puoi definire il tuo essere rider un lavoro? Oppure, rappresenta un tuo obbiettivo, magari ti vedi in un futuro in un team internazionale?

Non posso definirlo come un lavoro ma credo di essere vicino.
Si, senza dubbio mi piacerebbe moltissimo far parte di un team internazionale!
E’ un mio grande sogno, sto lavorando duramente e un giorno ci arriverò!

8) Considerato le tue skills, hai mai pensato di praticare dh?

Ahahaha ma ci ho pensato una/due volte ma la mia risposta è sempre stata no, anche se mi piace guardare su RedBullTv i vari BIG della Dh.
L’enduro per me resta la disciplina e la sfida più bella della mountainbike, perché metti alla prova sia la tua tecnica sia le tue abilità fisiche.
Bisogna guardare le linee giuste, devi sempre prenderti cura della tua bici, controllarla ogni speciale, controllare la pressione delle gomme e sperare che tutto vada bene.

9) Dal momento che l'e-bike stanno entrando in uso a molti team per la ricognizione delle ps, che ne pensi di questo mezzo che a tutti gli effetti è il presente (non il futuro)?

Sicuramente può aiutare andare a visionare le speciali, non sprecando troppe energie.
Mio papà ne possedeva una e ogni tanto mi toglievo lo sfizio di farmi un giro, era davvero divertente! Poi purtroppo ha cambiato.

10) Come al solito, in questa ultima domanda, ti chiedo di lasciare "il tuo autografo", ovvero se vuoi aggiungere qualcosa, dire qualcosa a ruota libera o salutare qualcuno.

Ringrazio principalmente CICO e DAVIDE (DSB) per aver subito creduto in me già dal 2016 e continuando in questo 2017! Davide S8 che è stato il mio punto di riferimento.
Tutti gli sponsor che ci hanno supportato 2016 e tutti quelli nuovi che abbiamo in questo 2017, purtroppo con alcuni si sono divise le strade ma è stato un piacere usare i loro materiali! GRAZIE
Beh grazie per l’intervista e ci vediamo alle gare!
Non abbiate timore, passatemi a trovare!!!!!!!;)

BYE!

sabato 21 gennaio 2017

NUOVA RUBRICA!!!!!! RACE IT UP!!!!!

Come preannunciato, con questa intervista inauguro una nuova rubrica specificatamente dedicata al mondo race.
Intervisterò atleti, team, sponsor tecnici, si discuterà di gare e circuiti, insomma...race a 360 gradi.
Oggi inizio con una realtà nuova e concittadina. Si tratta del team T32, una squadra formata da...bhe...oltre che atleti direi da ragazzi gravity addicted.
In nome e per conto dello squadrone parla una mia vecchia conoscenza e, credo, una conoscenza di molti dal momento che lui è il Caronte della Maddalena.
Con lui e con altri amici (Ivan Gatta, Davide Armanti per citarne due), ho condiviso e partorito l'idea della Gravity School, progetto che ora è una consolidata realtà.
Mi riferisco a Stefano Petissi che, non forse tutti sanno, è stato un atleta coi contro... nella vela, uno di quelli che sui giornali leggevi come "orgoglio nazionale", un olimpionico.
Inizialmente schivo, ma, molto schietto e con la competizione nel DNA.
Dalla vela al mtb, bel passo, soprattutto se si pensa che ora è vicepresidente di uno dei team più in vista a livello nazionale.
Che aggiungere...nulla, se non...leggetela è veramente una bella intervista.

Prima però voglio rivolgere un pensiero e un grandissimo abbraccio a tutti coloro che magari leggono o hanno letto questo blog e vivono nelle zone flagellate dalla neve e dal terremoto. Nei pensieri di noi gente comune non sarete mai soli.

1) Ciao Stefano, ti conosco da un po di tempo e conosco la tua storia agonistica in uno sport che con la mtb ha ben poco a che fare. Oggi rispondi a questa intervista in qualità di vicepresidente del team T32 e credo che il tuo passato sia unito al presente da una filosofia, anzi, da una mentalità race. Ciò premesso parlaci un po di te, del tuo passato e di come sei approdato alle discipline gravity.

Ciao Fabio, he si è trascorso un po’ di tempo da all’ora, credo che tu sia uno dei primi Bikers che ho conosciuto quando cominciammo a fare servizio risalite in Maddalena, se non sbaglio era il 2013 …. ricordo ancora la tua Turner argento… bellissimma……. Heee si è passato qualche anno da all’ora.
Si oggi sono vice presidente del Team T32, sai cosa vuol dire!? Che son vecchio, perché nessuno affida ai giovani certi ruoli … scherzi a parte, è un ruolo come un altro che qualcuno doveva coprire, ma all’interno del team tutti abbiamo lo stesso valore.

Non mi capita spesso di parlare del mio passato agonistico, ho sempre la sensazione di annoiare la gente, e che in fondo non glie ne freghi un c….. di quello che hai fatto in passato, però è una cosa che costudisco e ricordo sempre con piacere, son stati 13/14 anni fantastici in cui ho viaggiato molto, conosciuto tante belle persone, preso molte soddisfazioni, tante gioie, ma anche tanti dolori e sacrifici, perché nello sport purtroppo è così, i risultati sono il frutto di tanti sacrifici e tante sconfitte, e se devo essere onesto di sconfitte ne ho subite parecchie in carriera, ma non mi vergogno ad ammetterlo, se oggi sono la persona che sono è anche per le sconfitte, perché son quelle che più mi han fan crescere e maturare, solo con il tempo e con l’età capisci che alla fine non perdi mai.
Al mondo della MTB ci son approdato perché dopo le selezioni Olimpiche per Londra 2012 nella classe Velica 49er, era arrivato il momento di prendere una decisione, il lavoro e altri progetti non mi permettevano più di affrontare altri 4 anni nelle classi olimpiche verso Rio 2016, quindi con molto coraggio e senza rimpianti decisi che era arrivato il momento di lasciare quel mondo definitivamente.
Così grazie a mio fratello Emiliano, che da qualche anno si era appassionato al gravity, comprai la mia prima Bike da DH una Commencal v2, promisi a me stesso che non mi sarei più ingabolato in gare e competizioni varie, solo puro divertimento no stres……… promessa infranta …. ed altra sconfitta per me hahah.

2) Essere in un team, vivere le competizioni, nonostante pratichi mtb da pochi anni non è stata la tua prima esperienza. Fino allo scorso anno eri legato ad uno dei team più rappresentativi in Italia, il GB Rifar. Che esperienza è stata? Ha rappresentato la scintilla che ti ha fatto decidere per questa nuova esperienza? 

Si esatto tutto è cominciato nel GB Rifar nel 2015, tutta colpa di Giorgio Lancini che mi ha tratto in questa trappola haha…… La verità è che quando sei stato atleta per tanti anni il fascino di una nuova sfida, l’adrenalina prima della gara, son cose che non puoi dimenticare, il richiamo era forte, e quando Giorgio mi ha proposto di entrare nel Team, ero scettico solo riguardo all’enduro, perché il format gara non mi piace molto, però l’idea di rimettermi in gioco e poter fare un’esperienza nuova in un altro sport mi attirava molto, così accettai.
Come prima esperienza è stata un abbastanza traumatica, mi son sentito un pugile all’angolo, fare una gara non è come andare a girare con gli amici la domenica, si prende una gran paga….. non avevo esperienza e non ero preparato tecnicamente per fare enduro, ma questo lo sapevo fin dall’inizio, quindi non mi son scoraggiato.
Speravo di crescere durante la stagione, facendo uscite con i compagni di squadra, da cui avevo tutto da imparare, invece non è stata così, mi son trovato a girare da solo per la maggior parte della stagione. Fortunatamente passai molto tempo assieme a Luca Nobili e Stefano Minoni , con loro ho fatto delle belle uscite e creato un bel legame, da cui poi è nato il T32.

3) Parliamo ora del T32. Come è nata l'idea, qual'é la filosofia alla base e soprattutto cosa desideri che sia e che diventi. 

L’idea è nata a fine 2015 quando io ero perplesso all’idea di proseguire l’avventura nell’enduro, non capivo se era per il gruppo inesiste o se per la disciplina che non mi entusiasmava a livello race. Così un giorno parlando con Luca e Stefano maturò l’idea di creare un gruppo nostro per fare qualche gara di DH, valutammo varie strade, ma in fine optammo per crearci un Team nostro. L’idea alla base era di un gruppo composto da poche persone, un team piccolo ma ben strutturato e organizzato, con l’obiettivo di crescere nel corso degli anni, mantenendo sempre una certa esclusività e indipendenza, così nel 2016 siam entrati da sconosciuti nel circuito Gravitalia, con un team tutto nuovo composto da sole 3 persone chiamato “T32”.
Ad oggi, dopo un anno di esperienza abbiam allargato e rinforzato la squadra aggiungendo 2 nuovi riders di tua conoscenza, Enrico Rodella e il giovane Alessio Archetti “Kid”, crediamo che 5 piloti sia un numero giusto per un team, troppi si rischia di generare confusione, mentre così riusciamo a garantire a tutti un ottimo supporto, e una tranquillità che è fondamentale per affrontare la stagione. In oltre siam tutti Bresciani quindi è facile organizzare gli spostamenti, e le uscite nei Week End, aspetto a cui teniamo molto.
A livello di immagine e struttura stiamo lavorando a delle novità, ma non posso svelare nulla al momento, dobbiamo definire ancora alcune cose, ma se non riusciremo per questa stagione lo sarà per la prossima………

4) Quale ruolo avrai all'interno del team e quale sarà il vostro programma stagionale?

Il programma 2017 è decisamente più ampio rispetto a quello 2016, stiamo ancora aspettando i calendari definitivi, però ti posso dire che saremo impegnati in tutto il Circuito Gravitalia, su cui puntiamo a fare bella figura nella classifica Amatori, parteciperemo a qualche gara di regionale, e tempo e soldi permettendo, dovremmo partecipare a qualche gara di ixs European cup che definiremo prossimamente.
All’interno del team oltre che preoccuparmi della logistica, prenotazioni, paddok, gestisco tutta la parte burocratica dei tesseramenti, rinnovi ecc, e in fine svolgo anche la funzione dell’atleta, o quanto meno ci provo….. Però tutti fan la loro parte all’interno del team, c’è chi gestisce le pagine social, chi si occupa delle iscrizioni e fattori K, chi prepara il furgone per le trasferte, tutti ci diamo da fare.

5) Su questo blog, il mitico Br1 ha lamentato la scarsa presenza nel nostro paese di team che privilegino la qualità, ovvero, squadre con pochi atleti possibilmente giovani da forgiare per essere competitivi a livello internazionale. In merito ti chiedo cosa ne pensi e come è strutturato atleticamente il tuo team. Avete anche voi questo progetto/ambizione?
C'è la possibilità per qualche giovane promettente di entrare a far parte della vostra squadra?

Ho letto l’intervista di Br1 e credo abbia perfettamente ragione !! noi siamo entrati lo scorso anno quindi nuovi nell’ambiente, ciò nonostante abbiamo percepito subito questa situazione, che poi non è tanto diversa da quelle di altri sport, purtroppo siamo in Italia, la patria del calcio, quindi trovare sponsor e gente disposta a supportare economicamente un progetto ambizioso non è così facile, e questo va a discapito delle nuove leve, che un po son abbandonate a se stesse, perché i team non han abbastanza fondi e risorse a disposizione. Spesso si vedono team numerosi, con molti giovani riders a cui affidano bike in comodato d’uso o cose simili, a parer mio questo serve a ben poco se poi il team non è in grado di seguirli facendoli gareggiare a livello internazionale !!
Come dicevo prima, noi abbiamo creato questo team per puro divertimento nostro, perché puntiamo tanto sul gruppo che è la cosa che ci lega, però non ti nascondo che spesso alle gare andiamo a sbirciare i risultati che fanno certi giovani che abbiamo notato.
Tutto dipende da quello che si vuole fare nella vita, in questo momento non abbiamo ancora una struttura che ci permetta di investire su giovani promesse, però non si sa mai cosa possa succedere in futuro.

6) Che obbiettivi vi siete prefissati per questa stagione? Su quale/quali atleti puntate maggiormente?

Il primo obiettivo, come sempre è quello di divertirsi, e stare bene all’interno del gruppo che abbiamo formato.
Come team l’obiettivo è quello di crescere e migliorare a livello di struttura ed immagine, essere sempre più organizzati e precisi, senza lasciare nulla al caso, e chiaramente migliorare anche a livello di risultati, non sarà facile, ma ci proviamo.
Ovviamente i sorvegliati speciali saranno i 2 nuovi arrivati, che da tempo sono nell’ambiente, han l’esperienza giusta per giocarsi le posizioni di testa, quindi ci aspettiamo una bella stagione da parte loro.

7) Gestire un team, a qualsiasi livello, non è cosa semplice ed economica. Quali sono i vostri partner tecnici ed i vostri main sponsor?

Esatto economicamente è una bella bega, ogni anno trovare sponsor è sempre molto difficile, però grazie a Luca che è riuscito a farsi appoggiare in questo progetto da “Elecom” una ditta che si occupa di automazione, e altre ditte, siam riusciti a garantirci un bel supporto per questa stagione, nella speranza che continui la collaborazione anche per le prossime stagioni, in modo da dare continuità al progetto.
Poi abbiamo anche chi ci da una grossa mano come Giangi’s Bike, grazie al quale assieme a DSB ci aiutano nell’acquisto delle Bike e i componenti necessari per affrontare la stagione; nell’abbigliamento e allestimento paddok abbiamo il supporto tecnico di MAD Bros che è in numero uno in questo campo, e HZ come fornitore ufficiale di Mascherine.
Trovare contatti non è mai facile, ma crediamo che lavorando bene, dimostrando serietà e organizzazione, sia un bel biglietto da visita per il futuro.

8) In che modo è articolata la preparazione atletica della stagione? Fate allenamenti di squadra e in che modo vi allenate? Credo che la Maddalena sia un po il vostro headquarter.

Ognuno di noi svolge la propria preparazione atletica con il proprio personal trainer, chiaramente abbiamo tutti un programma da seguire in palestra durante la settimana che riguarda potenziamento muscolare, ma anche tanto cardio, poi ognuno adotta metodi diversi ma bene o male la strada è la stessa, ora che è inverno si esce un pò meno a pedalare, quindi si utilizzano i rulli o lo spinning, velodromo, o anche le kattlebell che è un ottimo strumento a mio avviso.
Mentre nel fine settimana ci dedichiamo più all’allenamento in bike che svolgiamo tutti assieme. In questo periodo giriamo molto in Maddalena che è la nostra “palesta” diciamo, li abbiamo tutto ciò che è necessario per allenarsi, salti, sponde, velocità, pietraie e radici, ma soprattutto è vicina a casa quindi comoda per tutti noi. In oltre 1 volta o 2 al mese in programma abbiamo trasferte in altri posti come Finale Ligure, Sestri, o Pila “se è aperto il rientro”, crediamo che cambiare e girare su trail diversi sia molto produttivo per migliorare la propria tecnica di guida e fare sempre più esperienza.

9) Potresti concepire praticare la mtb senza un risvolto race, oppure la competitività è più forte di tutto?

Diciamo che la competitività ha il suo fascino, è la miccia che ti scatta nel cervello e ti fa andare molto vicino al limite, ti porta a migliorare il tuo livello tecnico, sei costantemente alla ricerca della velocità del ritmo senza trascurare la precisione, ed è molto stimolante. Però non è tutto, il bello della MTB è anche il senso di libertà che ti trasmette, molto spesso mi faccio endurate di 2/3 ore in solitario o in compagnia sui monti vicino a casa, facendo tutto con molta tranquillità, godendomi a pieno le discese, quindi la Bike anche senza un risvolto race è sempre una gran figata……..


10) Come al solito concludo questa intervista, inaugurale della nuova rubrica "Race", chiedendoti se vuoi aggiungere qualcosa o fare particolari ringraziamenti.

Credo di esser stato già abbastanza pesante haha… quindi non aggiungo altro, spero solo di non averti annoiato…..
in primis voglio ringraziare te per le belle domande, e ti faccio i complimenti per il Blog, credo sia una bella iniziativa quella di dare la possibilità a gente normale e sconosciuta come me di esprimere le proprie idee, di farsi conoscere raccontando un po’ della propria storia.
Chiaramente ne approfitto per ringraziare tutti gli Sponsor Elecom, Iplast, Origami, e chi ci supporta e aiuta in questo progetto come Giangi’s, DSB, MAD Bros per l’abbigliamento, e HZ per la fornitura di maschere e occhiali.
E in fine un mega ringraziamento da parte mia e di tutti i ragazzi del Team va a Luca per la passione e impegno che ci mette per darci sempre il meglio per correre TOP.

Spero di sentirti durante l’arco della stagione
A presto

mercoledì 18 gennaio 2017

RIFLESSIONI E NEWS

Innanzi tutto buon anno a tutti i miei lettori e non.
Iniziare il nuovo anno scrivendo qualcosa di sensato, non è mai cosa facile, soprattutto per uno come me che è lontano da stupire con effetti speciali, mirabolanti news o rumors triti e ritriti su migliaia di siti.
Quindi, mi limito a dirvi che a breve inaugurerò una nuova rubrica dedicata al mondo race; ci saranno interviste ad atleti e team e spero che vi appassionerà  come il resto del blog.
In più, colgo l'occasione per una riflessione e per farvi scoprire un po del mio pensiero.
Ho letto su diversi autorevoli forums e blog della ormai annosa questione sul diametro ruote.
In particolare lanci sensazionali come "29" in downhill world cup".
In merito osservo che:
- ogni anno il tema viene riproposto quasi voler ventilare l'ipotesi di un ribaltamento dello status quo che puntualmente non ci sarà.
- Mi sebra chiaro che i diametri ruote siano ormai due, ovvero il 650B nelle sue varianti e il 29".
- Credo che tra i due diametri quello che abbia realmente ancora qualcosa da dire, sia il 29". Penso proprio che vedremo delle belle evoluzioni sviluppate su queste ruote, magari un ritorno alle freeride bike, di sicuro vedo arduo un impiego in dh, a meno che le piste non diventino come quelle da supercross.
- Il 26" commercialmente è morto, anche se secondo me comprare un ottimo usato ha ancora senso. Il 27,5" da qualcosina in più, ma, sfido chiunque a percepire le sfumature con un 26". Io che pedalo una 650B da circa 9 mesi ho notato un miglioramento di 2" sul mio solito percorso, ma, senza cronometro non mi sarei accorto di nulla!!!!!
Cambiando discorso e parlando di cosa ci aspetterà, dal mio punto di vista acquisteranno sempre più consensi le E-Bike. Attualmente in commercio esistono mezzi molto accattivanti e sicuramente molto più performanti  di due anni fa. Il loro costo è ancora molto alto (troppo per me), tuttavia sono biciclette che hanno un senso e che, senza nascondersi dietro un dito, farebbero comodo a molti (il sottoscritto per primo).
Credo di aver scritto a sufficienza e spero un numero molto basso di porcate.
Vi lascio con un mio rudimentale video girato sul sentiero "dietro casa". Un amabile pietraietta su cui solitamente testo bici ed in particolare le sospensioni.
Ciao a tutti e....grazie