mercoledì 26 ottobre 2016

IL PRIMO TEST


Il primo test non può non riguardare la bici che possiedo  da circa tre mesi.
Si tratta della GT Sanction. Non è un prodotto nuovo, esistendo da circa quattro anni, tuttavia lo scopo del test non è quello di fare una marchetta ad un marchio o ad un negoziante, bensì, comunicarvi le mie sensazioni, quelle di un utente appassionato che ha avuto la fortuna di provare molte superbike e che per la prima volta (costretto dal mercato) sale in sella ad una 650B.
Lo dico da ora...la circonferenza della ruota non fa miracoli...per fortuna no.

GT SANCTION




Premessa

Ho comprato questa bicicletta liberandomi di due super bici, ovvero, la Evil Undead e la Evil Uprising.
Avevo in testa una precisa idea, avere un unico mezzo che mi permettesse di divertirmi in discesa (rinunciando a qualcosa che solo una dh può dare) e di guadagnare le salite, quelle poche che faccio, con i miei tempi ed il mio ritmo.
Questa premessa è doverosa per capire, la scelta fatta, l'essenza del test e le sensazioni provate.
In poche parole chi scrive ama far discesa e non ha alcuna velleità, ne tantomeno la preparazione atletica di un endurista.
Il test ha per oggetto il telaio GT SANCTION EXPERT.
La Sanction Expert, così come la versione Pro, sono vendute come biciclette complete.
Nel mio caso, prendo in esame solo il telaio in quanto tutto il resto dei componenti sono stati sostituiti.
La Sanction è comunque in vendita anche come solo telaio.

Aspetto estetico

In un unica parola la Sanction è sfacciatamente americana, con un retrogusto molto 90's.
La colorazione della Expert è bellissima, colpisce immediatamente l'occhio con il suo blue glitterato, tuttavia, dopo tre mesi di utilizzo devo rilevare una certa fragiltà ed esiguità dello spessore.
Le grafiche rimandano alle origini del marchio GT con le immancabili ali posizionate sul carro posteriore e la scritta GT anni 90 sul tubo obliquo.
GTDHI
GT RUKUS
Visivamente la Sanction appare come una Fury in miniatura, non a caso è stata sviluppata da Dan Atherton propio partendo dalla Fury.
Non è la prima volta che GT ricorre a questo stratagemma, ovvero riprodurre in piccolo una bici da DH.
Forse i meno giovani ricordano che negli anni 90 spopolava la DHI (all'epoca condotta da un certo Peat) e la sorelina minore Ruckus .
Un altro forte segno della tradizione.

Il telaio

La taglia in esame è la L.
Sono 177 cm e contrariamente a quanto letto in altri test, ritengo che sia la taglia perfetta per una persona della mia statura, questo perché la Sanction ha un top tube abbastanza corto rispetto ad altre concorrenti di pari taglia. Inoltre, preferisco avere un telaio che mi dia una posizione di guida più centrale, giocando sulla lunghezza dell'attacco manubrio. Questo mi permette di sfruttare a pieno le geometrie e i conseguenti benefici di una 650B (l'interasse lungo), in particolare una maggiore stabilità ed un maggior controllo sui tratti veloci e sulle pietraie.
Il telaio realizzato in alluminio 6069-T6 è fondamentalmente un monocross, assistito da sistema ID (indipendent drive) che GT sviluppa ed evolve da una ventina di anni.
L'ID svincola la pedalata dalle oscillazioni del carro. E' un sistema molto semplice che funziona egregiamente e realmente. GT è stato il primo marchio (proprio con la DHI) a sviluppare questo concetto.
Nel caso del telaio Expert, l'ammortizzatore è un Marzocchi 053 C2R ad aria che permette uno sviluppo di 165 mm di corsa posteriore.
Si tratta del modello top di casa Marzocchi, presenta la regolazione del ritorno, della compressione ad alte e basse velocità, una leva posizionabile su tre regolazioni; discesa, trail, salita (quest'ultima blocca totalmente l'ammo).
Inoltre può essere regolata la soglia di sblocco della posizione di salita.


Come funziona/la salita.

Non sono un pedalatore e non ho scelto questa bici per fare giri memorabili.
Detto ciò il peso maggiore rispetto alla Evil Uprising un po si fa sentire.
Tuttavia grazie all'angolo del tubo sella, alla lunghezza del top tube della taglia L servito da un attacco da 35 mm, la posizione di guida è molto confortevole, probabilmente la migliore che abbia mai avuto.
Sulle salite asfaltate la geometria e le ruote da 650B non danno e non tolgono nulla rispetto alle vecchie 26".
Sui sentieri impervi (rocce e media pendenza), da il suo meglio, permettendo di mantenere la posizione di guida rilassata in totale assenza di qualsivoglia fenomeno di alleggerimento dell'avantreno.
Quindi, per un non pedalatore come me, questo telaio è perfetto


La discesa

Sorrisone....
Ho testato questa bicicletta sui sentirei che conosco a memoria ovvero: la DH1 di Pezzeda ed il sentiero dietro casa, una pietraia di 400 metri (su Strava StravirleDH).
La Sanction è realmente una mini dh. Essa infonde sicurezza grazie all'interasse lunghissimo che possiede, l'escursione posteriore sembra infinita, è facile da ollare e permette velocità di tutto rispetto.
Credo proprio che sia il suo ambito naturale.


Verdetto

Ritengo che la Sanction sia una bicicletta spiccatamente votata, o meglio, progettata per la discesa, accoglie forcelle da 170mm e montare una da 180 non è troppo.
Questo rivela un gap di polivalenza. 
Dal mio punto di vista non è fatta per gare di Superenduro in cui ci sono molti tratti pedalati.
Per queste gare esistono altre biciclette molto più leggere ed indicate.
GT ritiene di averla progettata per le gare EWS in cui il rendimento in discesa è fondamentale.
Nonostante l'angolo di sterzo da 66, quindi un poco più chiuso rispetto alle concorrenti, lo sviluppo e la destinazione d'uso rispecchia quella di SC Nomad o di bici come YT Capra, Lapierre Spicy, Nukeproof Mega, mezzi concepiti per rider da EWS. 
A quanto sembra la vittoria di Maes a Finale conferma l'obbiettivo.
Per me è semplicemente una bici facile e divertente.
Certo, l'estetica piace o non piace, di sicuro è molto tradizionalistica e non una delle più evolute.
E' essenziale e senza sfronzoli come una Orange (concedetemi il paragone).

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